martedì 10 aprile 2012

Grotesque

Di ritorno da una scampagnata in campagna, con picnic, ripensavo a cose dette e ascoltate e un pensiero mi sovveniva: quello della figura dell'Antigrazioso in arte nel XX secolo. 
Mi riferisco in particolare a due opere. La prima è l'Antigrazioso di Carrà, dipinto nel 1916, definito come "semplificazione mostruosa e quasi grottesca della realtà in una totale astrazione temporale".  La seconda, stesso titolo e di pochi anni prima, ma questa volta di Boccioni, è una scultura originariamente in gesso e poi riprodotta in bronzo. Boccioni produsse anche un dipinto dall'identico nome. Anche qui è ritratta una figura deforme.

Perchè vi tedio con siffatte riflessioni che appaiono a occhio ignaro come divagazioni oziose da siesta post-prandiale? Ora vengo al punto.
E' che sono stata investita come da un'onda anomala da quel senso del grottesco che, applicato all'essere umano, mi fa patire come una febbre, come un'insolazione, come - forse più appropriatamente - una desolazione.
Non sono assidua frequentatrice di consessi umani, tendo a una vita piuttosto ritirata. Dal momento che già per lavoro sono obbligata a frequentare umanidi in grande quantità (e non tutti di cattiva fattura, per mia fortuna),  nel tempo libero preferisco la compagnia dei miei cani e dei miei gatti o comunque di pochi altri (bipedi).
Quando mi ci ritrovo in mezzo e si finisce giocoforza a parlar di cosa si mangia, di come si vive, di cosa si pensa, mi accorgo del gap comunicazionale - per usare un termine che forse non esiste - ma soprattutto etico, filosofico, estetico che mi divide dalla maggior parte della popolazione.
Come ho già avuto modo di ribadire, non me ne pascio e cambierei mille e mille volte questo senso di altera solitudine con l'essere una dei tanti di una moltitudine di persone che non uccidono, che non sbranano, che non divorano nessuno. Perché con un eventuale e da molti vagheggiato "senso di superiorità", come dire, ci faccio la birra. Sai che spasso. 

Una delle immagini che più mi ha colpito nella giornata, come in un film (mi si staglia nella mente come...avete presente un piano americano?) è stata quella di una persona del simposio umano di oggi che così parla: Ho sempre collegato la sensualità, il sesso con la buona cucina, grassa, ricca, con la passione nel mangiar la carne (il tutto accompagnato da un gesto come a sbranar tranci di qualche animale). Come si fa a pensare al sesso, alla sensualità in genere,  mangiando vegetariano?

E qui torna in campo la figura dell'antigrazioso. Ma vabbè, lasciatemi parlare, sono pensieri miei, a ruota libera. Dunque, dicevo, ho la fortuna di non aver vissuto la mia vita da adulta da carnivora, dal momento che dal giorno del mio 18° compleanno sono diventata vegetariana, per cui non riesco neanche a immaginare - neanche nel peggiore dei miei incubi - un approccio "sensuale" da alcuna delle parti  seguiti o preceduti da una mangiata di brandelli di carni animali.
Magari con ancora le mani imbrattate di sangue (se poco cucinati) o di unto, magari con qualche cicciolo tra i denti, guardare con cupidigia il mio commensale e collegare al corpo del bovino o degli uccelli che sto ingerendo il corpo del concupito, no, non mi è mai accaduto. 
Pensavo potesse succedere solo, che so io, a Vitellozzo, insomma a quei personaggi da locanda medievale per i quali mangiar animali smembrati era sinonimo di opulenza in tempi in cui opulenti erano solo i ricchi (già malati di gotta) e quindi di festa,  di consesso carnale.
Certo, una sensualità un po' da Conte Ugolino.


Sapevo che i profumi delle spezie, delle erbe, i colori, le nuances di sapori, potessero fungere da afrodisiaco, ma non che lo sbranar con mani e ingerire corpi altrui richiamasse alla copula. Per non parlare degli aliti e delle eruttazioni a seguire, ma tralasciamo.

Ancora, una sequela di FAQ, che, per carità, ci stanno, tra persone che non hanno mai avuto il sentore di un modo di vivere diverso. Ma quando non supportate, le FAQ, da alcun sostegno scientifico ma solo da dicerie di zie e dall'appellarsi a una cultura, una tradizione che ci appartiene, beh, che FA (frequent answers) dai? Tutto cade in un calderone di luoghi comuni così radicati che nulla entra e nulla esce.
Quando mi viene detto che l'uomo è onnivoro e io sono lì, in mezzo a chi lo sostiene, dimostrando mediamente dieci anni di meno (mi vergogno a ribadirlo, ma...), con mie coetanee intorno che spesso appaiono come mie genitrici, con evidenti segni di decadenza fisica (spesso di pari passo con quella morale) e problematiche mediche manifeste. Io, che ho vissuto gran parte della mia vita da vegetariana e da vegana, dunque, non sono testimone di nulla? Giusto, infatti mi è stato detto che dipende dal fisico, non per tutti è così. Come se uno nascesse con un fisico senile ed è dunque più sfortunato di altri? Come se uno quella fisicità non se la costruisse vivendo con decenza, soprattutto nei confronti degli altri esseri viventi e poi nei propri confronti?
No, se magna come se non ci fosse un domani, bando a qualunque senso di pietas, neanche il più elementare, e poi ci si stupisce nel ritrovarsi un corpo sconosciuto o semplicemente ci si rassegna. Ho sentito molti dire beh, è normale, con l'età si ingrassa, la pressione sale, il colesterolo avanza, la cistifellea va in pappa. Ma chi l'ha detto?! E poi, l'età che avanza, sarebbe...a 40 anni?

Apro tra l'altro parentesi riguardo al tema "tradizione", termine il cui solo suono  fa rizzare i capelli che ho in testa. Purtroppo, richiama alla mia mente soprattutto accezioni negative, che vanno dalla consuetudine dell'incesto alle condizioni di vessazione delle donne, al lavoro minorile, e così via. Buon selvaggio? No, grazie. Questa visione della tradizione come di un diktat a cui sottoporsi mi fa pensare che se una donna nera, tanti anni fa, non fosse andata contro la "tradizione" di cedere il posto ai bianchi, in America, forse ancora saremmo alla segregazione razziale. 

Invece, per i più, nessun dubbio, granitiche certezze, nessuno scartamento di lato, nessuna uscita dai binari prestabiliti.

Avrei tante cose da raccontarvi, ma mi accorgo che l'ho tirata lunga. Basta così.

2 commenti:

Dany ha detto...

Riflessioni interessanti.
Trovarsi a parlottare con le persone intorno, di quello che può essere il nostro modo di vivere, può essere divertente a volte, ma spesso si ricade nell'assurdo.
Dobbiamo spiegare NOI l'assurdità del NON mangiar carne e mai il contrario. Solo perchè è tradizione farlo. La carne si mangia dalla notte dei tempi!
Allora... vogliamo farla arrivare ques'alba e smettere di nutrire il nostro corpo di cadaveri?

riccardo ha detto...

trovo bellissimo l'accostamento con l'Antigrazioso. Niente di più azzeccato. Queste persone che si credono di essere al di sopra di tutto, in cima alla catena alimentare non si rendono conto che sono, in realtà, in cima alla montagna della stupidità. Inutile girarci attorno perché di questo si tratta. Non puoi andare fiero di addentare il corpicino di un animaletto ucciso per il solo gusto del palato. Questo non dovrebbe essere consentito a nessuno.