lunedì 17 dicembre 2012

Ancora sulla tradizione

E' periodo questo di ripresa di annose questioni, come si diceva nel post precedente a questo. Sono argomenti che vengono spesso discussi, ma evidentemente mai abbastanza.
Abbiamo parlato del costo dell'alimentazione vegan, e va bene. Ma c'è un'altra discussione in sospeso ed è quella che riguarda le associazioni, gli enti, etc. che si occupano di salvaguardia degli animali (di certi animali, a quanto pare, con dei distinguo) e che organizzano cene di raccolta fondi a base dei suddetti (animali), ormai belli e che morti e cotti per di più. Nonché il fatto che la maggior parte delle persone che ne fa parte, di queste associazioni o enti,  i volontari e non solo, siamo mangiatori abituali di codesti animali.

cena a base di animali a difesa degli animali?!
In pratica, si occupano del benessere di cani, gatti e pochi altri, ma i vitelli, le mucche, le pecore, i maiali, certi uccelli, invece, li sbranano. Forse non li uccidono personalmente (sebbene talvolta accada, si vedano alcuni componenti di WWF e altre organizzazioni similari), ma in ogni caso condonano che altri lo facciano per loro.

Ancora, si è dato il caso di persone vegetariane appartenenti a questo tipo di enti che in caso di cene di beneficenza abbiano organizzato non cene esclusivamente vegetariane (che dovrebbero essere poi vegan, visto il trattamento riservato di norma agli animali per produrre latte e uova), ma cene miste, con opzione vegetariana e opzione carnivora.
Perché se no, altrimenti, la gente non aderirebbe a queste cene e quindi niente fondi per l'associazione. Dunque, si parla di salvaguardia di animali mentre si mangiano animali. Curioso, vero?! E magari si condona e giustifica tutto questo perché in determinate località la tradizione millenaria è quella di mangiar cadaveri e secrezioni animali. Località abitate da  persone che come automi, come dischi rotti non vogliano far altro che perpetuare queste tradizioni.

Pasta di grano duro (Puglia)
Allora, senza batter ciglio, ripeterò un concetto più volte espresso qui e altrove. Anzi, due concetti.
Primo: l'umanità non si è estinta non certo grazie alle carni animali, da sempre cibo per i più facoltosi, sempre in netta minoranza in tutte le popolazioni del nostro pianeta. Carni animali da sempre mangiate dalla stragrande maggioranza degli individui solo nelle feste comandate, ai matrimoni, a Natale e a Pasqua, se andava bene, se no neanche allora. I ricchi da sempre sono stati decimati da quelle malattie che oggi colpiscono gli abitanti dei paesi occidentali: gotta, ipertensione, malattie cardiovascolari, etc.
Se i poveri erano malnutriti non era questione di carne, ma di poca disponibilità di cibo in generale, ma non ci siamo estinti proprio grazie a legumi, cereali, frutta secca e disidratata e altri cibi "poveri". Il nostro Paese non fa eccezione. I nostri antenati si sono nutriti quotidianamente, a seconda delle regioni d'origine, di polenta, di ceci, di lenticchie e fagioli, di riso e di pasta, di semi, di frutta, etc. 

Coltivazione del riso in Sardegna
Quel poco di origine animale spesso era addirittura praticamente senza poteri nutrizionali importanti, come certe frattaglie che ora sono vietate perfino agli animali domestici. Perfino dei parenti sardi, isola dove ora sembra non si mangi altro che suini e cacio, mi hanno ricordato che i loro avi si nutrivano sostanzialmente di ceci e riso locale e piselli.
In fondo, poi, vale la pena ricordarlo, le popolazioni più longeve sono da sempre state quelle con alimentazioni a base vegetale.

Preparazione della polenta (Veneto)
Ingredienti per la pappa al pomodoro (Toscana)










Pasta con la mollica (Molise)
Ergo, in tutte le regioni italiane c'è una tradizione di ricette vegetali e sono probabilmente le più vere, le più antiche. Solo che sembra che tutti se ne siano dimenticati, ricordando solo ciò che veniva servito durante banchetti in occasioni particolari. 
Di quei piatti pare non ce ne sia più traccia nella memoria, se non in sporadici casi, e chissà come mai ora per ricette tradizionali si intendano solo quelle a base di animali e loro secrezioni.

Secondo: basta con questa storia delle tradizioni solo quando fa comodo! Allora, per tradizione, picchiare la moglie, farsi cavare un dente senza anestesia, violentare la nipotina, mandare i bambini nelle miniere dovremmo considerarli come patrimonio culturale da preservare?!

tradizioni: carusi in miniera

Preservare la salute fisica e psichica dei bambini non ha una lunga tradizione, ad esempio. Prima i bambini erano braccia da lavoro, corpi da violare senza ritegno, merce di scambio. Ora non più. Farsi operare senza anestesia, morire di parto era la regola. Ora non più.
Allora, come la mettiamo con questa tradizione? Il mondo, le persone, tutto si evolve, tutto e tutti abbiamo il dovere e il diritto di evolversi. Perchè allora  altrimenti non dovremmo mantenere viva anche la tradizione dei gladiatori sbranati dalle fiere nei colossei?

Non sottovalutiamo la capacità degli esseri umani di modificare le proprie (turpi) abitudini. Diamo un esempio, cerchiamo di farci avanguardia, non adeguiamoci a tradizioni sanguinarie solo perché lo fanno tutti. Se tutti fossero stati così conformisti, saremmo ancora all'età della pietra o poco innanzi.
Ai corsi di cucina e alle cene vegan io vedo sostanzialmente onnivori, curiosi e interessati, anche quando queste iniziative sono organizzate non in grandi città come Roma o Milano, ma anche là dove si mangia sostanzialmente in maniera cruenta. Eppure, la gente legge, vede la televisione, si interessa, non è lobotomizzata come ci vogliono far credere. Non completamente e non tutti, almeno.
E per me, tornando all'argomento di questo post, sì, lo ribadisco. Un ente che si fa promotore del benessere degli animali - ma solo di certi animali  - organizzando cene con animali nei piatti si gioca la faccia, anzi, la perde proprio e non avrà mai il mio appoggio. La trovo poco seria, come minimo.



1 commento:

de spin ha detto...

Assolutamente d'accordo. E se si prova a far ragionare questi amanti dei cani e gatti e qualche roditore, ti regola ti mandano a quel paese con più aggressività di un comune mangiacarcasse...